Di: Laura Bercioux
Come bisogna affrontare la maternità?
Alcune donne non hanno alcun sintomo, altre invece accusano dei disturbi quali stanchezza, nausea, cambiamento dell’umore. L’alimentazione deve essere bilanciata, incrementando l’assunzione di proteine ,frutta e verdura e avere uno stile di vita sano caratterizzato da sport leggeri, ginnastica, passeggiate, nuoto. Bisogna avere anche cura del proprio corpo, iniziare trattamenti di prevenzione per la pelle con creme specifiche, non utilizzare indumenti troppo stretti ed evitare assolutamente il fumo e l’abuso di alcool. È importante inoltre concordare l’uso di qualunque tipo di farmaco con il proprio ginecologo”.
Il ginecologo è la figura determinante nel percorso di una madre?
“Si, il ginecologo è la figura di riferimento per la mamma durante tutta la gravidanza. La prima visita dovrebbe essere fatta non prima della 6a settimana e meglio non dopo l’8a. Prima della 6a settimana non sarebbe possibile “identificare con un’ecografia la presenza di una gravidanza in utero e un battito cardiaco fetale presente”. Dopo
l’8a settimana invece potrebbero sfuggire “alcune situazioni specifiche della gravidanza, come la gravidanza extrauterina o la gravidanza molare. La diagnosi prenatale offre una importante novità come lo screening prenatale non invasivo, privo di rischi sia per il feto che per la mamma. Con un semplice prelievo di sangue materno periferico a partire dalla 10a settimana di gestazione si possono individuare nel feto: le più frequenti aneuploidie a carico dei cromosomi autosomici (esempio sindrome di Down e altre trisomie) e dei cromosomi sessuali; le aneuploidie di tutti i cromosomi non sessuali (dal cromsoma 1 al cromosoma 22);le principali microdelezioni (perdita di una regione cromosomica); il sesso del nascituro (a discrezione dei genitori).Bisogna inoltre fare una accurata ecografia morfologica, un’ecocardiografia e monitorare il feto all’interno dell’utero fino al momento del parto”.
Parto: cesareo o normale?
“Nel caso di una gravidanza fisiologica (cioè quando mamma e bambino stanno bene e non c’è nessun disturbo o patologia),il parto naturale è ovviamente il metodo migliore e meno rischioso. Chi partorisce in modo spontaneo ha una ripresa decisamente migliore e più veloce, anche se è stato dato qualche punto per l’episiotomia o piccole lacerazioni. Il piccolino grazie al “massaggio” delle contrazioni del passaggio nel canale da parto, riceve tanti stimoli che lo rendono più pronto alla vita extrauterina. Il parto cesareo è un intervento chirurgico a tutti gli effetti, quindi con tutti i rischi del caso: infezioni, emorragie. È un intervento salvavita, tra i vantaggi, c’è quello di non provare il dolore fisico” ma ormai nel caso di parto spontaneo l’utilizzo della partoanalgesia aiuta la donna a vivere il parto in maniera serena”.
Il post parto può essere un momento non sempre facile per la donna?
“Il post parto è un momento molto delicato, che prevede da un lato un ritorno alla normalità, soprattutto per quanto riguarda la mamma e il suo corpo, dall’altro si apre a una grande sfida: il bambino e il compito di crescerlo nel migliore dei modi. A volte il senso di inadeguatezza può persino portare alla cosiddetta depressione post partum, ma l’aiuto del papà e soprattutto la presenza del bambino in casa, renderanno in breve tempo questo periodo allegro e gioioso”.
DR. ANDREA BIONDO
OSTETRICO-GINECOLOGO
SPECIALISTA IN FISIOPATOLOGIA
DELLA RIPRODUZIONE UMANA
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www.andreabiondo.it